noi che siam pigre ci aggiorniamo in ritardo. la ricorrenza della festa della donna
è stata occasione per riempire le piazze e far sentire la voce incazzata di
moltissime donne. in italia in questi giorni sono state moltissime le realtà che portano avanti con
forza una serie di iniziative e denunce volte a riappropriarsi della propria
libertà di scelta, della propria autonomia e autodeterminazione, della propria
qualità della vita e dei propri desideri. così purtroppo come continuano a
essere molte ogni giorni le occasioni di violenza e soprusi che le donne si
trovano a dover affrontare, nelle case e nei posti di lavoro, nelle strade e
all’aria aperta, nei linguaggi e nelle norme scontate del sessismo permeato
nella nostra quotidianeità.
facciamoci una bella passeggiata in giro, così per condividere anche su
questo blog tutta la forza che si espressa in questi giorni. Buon Viaggio
io ieri ero a Berlino dove il frauen/lesben/transblock (spezzone delle
donne/lesbiche/transgender) ha partecipato alla manifestazione per la libertà di
Andrea,
militante antifascista, condannata al
carcere per aver partecipato "troppe volte" a azioni antifasciste,
contro ogni forma di oppressione e sfruttamento delle donne. La manifestazione
è stata bella e partecipata scandita dallo slogan kein gott kein Staat kein
Patriarchat (nessun Dio nessuno Stato nessun Patriarcato). io personalmente ho
lanciato almeno un volta in aria Guai guai guai a chi ci tocca, ci difenderemo
con la Lotta, e vi ho pensato tanto…
In Italia le iniziative erano accomunate dallo striscione Tra
la festa il rito e il silenzio…scegliamo la lotta . I media puntualissimi hanno tralasciato di
raccontare… Normale Amministrazione.
A Roma erano in quattro mila. La manifestazione è stata indetta il 7 marzo
in contrasto con il corteo nazionale chiamato dalla triplice sindacale per l’8
marzo. Sul sito delle ribellule
si trova il comunicato ufficiale che ne spiega i motivi.
Per non dimenticare che la casa è di chi l’abita e un vile è chi lo ignora,
Action-a torna ad Occupare! In un gruppo molto eterogeneo ma tutto al femminile
un gruppo di donne si riappropria dell’ennesimo spazio lasciato vuoto da chi ha
interesse solo a speculare sull’edilizia senza preoccuparsi dell’effettivo
problema abitativo che dilaga nella Bella Italia. Copio qui di seguito il
comunicato.
Roma,
8 marzo 2008
Tra la festa,
il rito e il silenzio
abbiamo
scelto la lotta
Siamo nate a Roma, in Campania, in Calabria, in
Etiopia, in Marocco, in Egitto ma per noi questo conta molto poco, siamo
semplicemente cittadine del mondo.
Non abbiamo
una casa dove abitare, perché non possiamo permetterci un affitto di 1000 euro al
mese, perché ce ne siamo andate da casa di nostro marito sognando un futuro
diverso e senza violenza per noi ed i nostri figli, perché ci hanno mandato via
dalla casa famiglia dopo sei mesi, perché delle donne sole non hanno diritto ad
una casa popolare.
Siamo studentesse, lavoratrici a progetto,
operatrici sociali, insegnanti, cameriere, badanti, artiste, ma avere uno
stipendio tutti i mesi è sempre più difficile. La precarietà, condizione quotidiana per migliaia di persone, per una
donna sembra un tunnel senza fine.
Soffriamo di una politica ipocrita che tenta di
risolvere il problema della violenza sulle donne solo in termini di sicurezza
espellendo immigrati ed istituendo inutili autobus rosa, quando la dolorosa realtà è che il 67% della violenza
sulle donne avviene tra le mura domestiche ed in maniera socialmente
trasversale.
Il nostro paese è uno “stato fondamentalista
occidentale” governato da partiti di natura clericale, in cui è impossibile aspirare ad una libera scelta
delle persone nelle proprie differenze di genere.
Non accettiamo che nessuno scelga e decida sui
nostri corpi, difenderemo sempre la nostra libertà di scelta e la legge 194,
ripetutamente e pesantemente attaccata da ignobili e vergognosi personaggi
della politica e della cultura spesso al servizio della Chiesa.
Per
questo abbiamo occupato questo stabile vuoto da anni per dar vita a:
–
una casa abitata e gestita da donne, aperta a tutti
–
una casa da cui lanciare il nostro diritto all’abitare, che non è solo casa, ma anche reddito, uno
sviluppo urbanistico più sensibile alle esigenze delle donne e dei bambini, la
salvaguardia dei beni comuni e lo sviluppo di energie alternative
–
una casa dove la violenza non ha le chiavi di casa
–
una casa dove razzismo ed egoismo sociale non hanno cittadinanza
–
una casa dove i nostri figli possano giocare e imparare ad essere
cittadini consapevoli e solidali
–
una casa dove costruire un’altra idea di famiglia, basata su rapporti
veri e reali, qualsiasi essi siano
–
una casa dove aprire uno sportello
per le centinaia di donne che si trovano nella nostra situazione e che
vogliono organizzarsi per riconquistare i loro diritti e condividere percorsi e
pratiche di resistenza
L’unica
sicurezza possibile sono le donne che si organizzano
Action-A
Donne in
Action
action-a@actiondiritti.net
Fermiamoci a Roma e passiamo
dalla Sapienza dove le studentesse
della rete per l’autoformazione e del coordinamento dei collettivi
hanno contestato lo svolgimento dell’iniziativa dal titolo “8 marzo: pensare
donna” promossa da Azione Universitaria. Un altro bel per rinfrescarsi le idee
sulla situazione in cui riversa l’università.
Le donne dei collettivi
contestano un convegno di Azione Universitaria nella facoltà di Giurisprudenza
La mattina del 7 marzo nella facoltà di Giurisprudenza le donne del
“Coordinamento dei Collettivi” e della “Rete per l’Autoformazione” hanno
contestato l’iniziativa organizzata da “Azione Universitaria”, giovanile del
partito di “Alleanza Nazionale”, dal titolo: 8 marzo. Pensiamo donna.
Oltre il convegno era presente uno sportello di consulenza psicologica e
ginecologica, tenuto da esperti che pongono l’aborto sullo stesso piano di un
omicidio, in un clima da caccia alle streghe, dove la polizia fa irruzione
negli ospedali sottoponendo donne, che hanno appena effettuato un’interruzione
volontaria di gravidanza, ad interrogatori pressanti. Come se una donna, che ha
affrontato un aborto, non fosse già abbastanza provata fisicamente e
psicologicamente.
Ad aggravare la situazione è il fatto che un convegno di partito possa
rientrare fra le iniziative sponsorizzate dalla “Sapienza”, all’interno dei
progetti culturali studenteschi.
Rifiutiamo che un partito come Alleanza Nazionale, promotore di
politiche familiste, securitarie, omofobe e razziste possa strumentalizzare il
corpo della donna in piena campagna elettorale, relegando la sua libertà al
ruolo obbligatorio di moglie e madre.
Nessuna politica securitaria può essere fatta in nome delle donne.
Non accettiamo che il nostro ateneo prenda parte al mercato che si è
aperto sul corpo delle donne.
Vogliamo un consultorio all’interno della città universitaria, gestito
da donne, senza la presenza degli obiettori di coscienza e del “Movimento per
la vita”.
Come donne dei collettivi rifiutiamo ogni delega, per questo
contesteremo anche l’iniziativa della Cgil, l’8 marzo.
Oggi, 7 marzo, scenderemo in piazza alle ore 18.30 con un corteo di
donne e lesbiche che a partire da piazza Navona fino a piazza Santa Maria in
Trastevere farà sentire la sua voce contro la violenza maschile sulle donne.
LIBERE DI AGIRE E CAPACI DI REAGIRE
Coordinamento dei Collettivi-Sapienza
Rete per l’Autoformazione
Collettivo LBGTQ “Sui Generis”
Collettivo femminista “La Mela di Eva”
Spostiamoci un po’ più a nord e arriviamo a Bologna. Le donne di Bologna se
ne sono andate in giro con dei Ballon attaccati al corpo, degli enormi
fumettoni in cui era possibile scrivere il proprio messaggio preferito. Nel mitico
e aggiornatissimo Femminismo a Sud
si trova un’altra bella panoramica e le foto delle nuvolette.
Rimaniamo un altro po’ da queste parti, perché si è deciso di boicottare le
decisioni di altri sulle nostre scelte e i nostri corpi. Ecco che una
cinquantina di donne e uomini hanno denunciato pubblicamente una delle tante
farmacie (questa è a Bologna) che si rifiutano di dare la pillola del giorno
dopo, appellandosi al diritto di esercitare l’obiezione di coscienza.
Sempre per Bologna fatti un giro su la Rete delle Donne di Bologna
Per proseguire, coordinare, avere informazioni, materiali, link utili per la
campagna OBIETTIAMO GLI OBIETTORI è stata aperta una casella di posta no_obiettori@autistiche.org
A Milano si gioca! Si gioca al gioco dell’oca incazzata.
Nel bel mezzo del mercato di viale Papiniano è stato allestito un enorme gioco
dell’oca in cui si riproponeva ironicamente il circolo vizioso degli ostacoli
che una donna incontra nel corso della sua vita quotidiana e non. Più tardi il
il gruppetto di 300 persone si è spostato all’Esselunga per ricordare l’ennesimo episodio di violenza
questa volta toccato a Giovanna, lavoratrice presso la catena. PER OGNI
CASSIERA PICCHIATA E OFFESA, SIAMO TUTTE PARTE LESA! Puoi vedere le foto
Anche a Torino non è mancat@ nessun@. Per
una panoramica dei viali torinesi un altro link http://mujeres_libres.blog.tiscali.it//
Ma non è finita. Le piazze erano tante Pisa Firenze Napoli
Taranto Palermo Genova Bari Chioggia….oddio mi manca il fiato. Qui una
panoramica generale
e naturalmente su Flat
ciao e ai prossimi SOMMOSSAMENTI