e c’è

L’ Asilo e c’è

 Ieri 40 tra polizia digos carabinieri e vigili urbani sonoentrati all’Asilo occupato e con la piu bieca delle scuse ci hanno sgomberato.La ragione del loro intervento era quella di cercare fantomatiche armi, laverita è che il comune aveva gia firmato l’ordinanza di sgombero, in vista dellavendita di un immobile di proprieta’ pubblica per i profitti delle soliteimmobiliari.

Ci hanno perquisito per le nostre relazioni e ci hanno sgomberatoper i loro interessi: il resto è la solita montatura securitaria figlia diquesta ondata di repressione che attraversa ogni esperienza diautogestione  e autorganizzazione deglispazi e della propria vita.

Riteniamo direttamente responsabile dello sgomberoil comune che sèpparathicculo con quest’ultima infamia della perquisizione permotivi di ordine pubblico, e sorridiamo alle allucinanti accuse che hanno spintola questura a immergerci nel calderone della 270.

 
Con sta merda nun c’entramo noi, la pistola ce l’avetevoi!!!

La solidarietà è la nostra arma…

 

 GLIOCCUPANTI DELL’ASILO E VAGINE VOLANTI

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sgomberato l’asilo

 l'asilo murato2

 

 

 

 

 

 

 

l'asilo murato 

Dopo due anni di occupazione stamattina la polizia ha sgomberato l’asilo occupato di via bolognese, stabile occupato due anni fa, il 13 novembre. in contemporanea lo sgombero di villa panico, un altra casa occupata nel parco di san salvi a firenze. loro sono ancora sul tetto.

e’ allucinante, due sgomberi congiunti, nel medesimo giorno, causa indagine per reati associativi.

ecco qui che spunta sempre il "mostro", il presunto reato associativo per giustificare sgomberi di case e realta’ la cui unica azione svolta in questi anni e’ di far rivivere luoghi abbandonati dall’amministrazione pubblica. Costruire progetti che sperimentano esperienze significative sul lato della convivenza e della socialita’.

le immagini scorrono, brividi sul corpo. ancora una volta sono riusciti a sgomberare e chiudere un luogo, l’asilo che per tante sue caratteristiche e’ stato un habitat di relazioni, persone che tanto hanno saputo dare a tutti coloro che l’hanno attraversato.

la bruca con le sue cene vegane, la bella fica (motto che invita all’autogestione,autocreativita’ e condivisione di ogni evento e gesto), le chiaccherate e serate by vaginevolanti su prostituzione, il piacere, le relazioni, il gender."il privato diventa pubblico". concerti musicali, dall’improvvisazione jazz alle performances queer. tanta gente diversa per background, storie e propensioni personali, tutte sotto lo stesso tempo. gli anziani della Lastra, piccolo borgo sulla bolognese, che in molti ci hanno accompagnato fin dal nascere nella costruzione di questo spazio.nel bene e nel male.ma senza indifferenza.

l’asilo vive.

la sirena e’ la nostra memoria…

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casina 12 novembre

L’autogestione e’ un lusso alla portata di tutti

 
E’ far vivere cose morte, riempire il vuoto, colorare, riscaldare.

L’autogestione e’ l’opposto della delega, il contrario dell’autorita’, la negazione dell’istituzione. E’ il rifiuto di ogni repressione.

Ridiamo del terrorismo dei mass media, sabotiamo il patto per la sicurezza, caghiamo sulle vostre denunce.

Levateci le case, e noi campeggeremo nelle piazze, faremo colazione nei vostri uffici, la doccia nelle fontane e feste sugli autobus. E poi ci riprenderemo le case..

Le occupazioni non si toccano!

 Tizio, Caio e Sempronio

Guarda le foto, clicca sull’album:  casina 12 novembre

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2 anni

II° COMPLEANNO dell’ASILO!!

volantino compleanno asilo

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Intimidazioni

Torni a casa dopo il corteo del 9 novembre contro la precarieta’, giri tranquillo per il centro, ancora lo striscione arrotolato sotto braccio, ma qualcuno ti nota, qualcuno ti segue, ti indica e cosi’ la volante dei caramba prende una preferenziale in contro mano e ti intima frenando: Documenti!  Perche’? Un normale controllo. Sempre un normale controllo..

Siamo sempre sotto controllo.. 

 

 

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La bruca rilassata

Lunedi 19 alla Riottosa, tra u8n massaggio e l’altro cena vegan!!

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La Riottosa massaggiosa

 Lunedi 19 e martedi 20 novembre

due giorni massaggevoli: massaggi tecniche
respiratorie cuscini incensi tisane musica a basso volume e relax per
sgomberare stress e paranoie.

Tutto alla Riottosa, ponte del bayley al galluzzo 

 

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Passiamo dalle finestre, ma per aprire le porte

  foto asilo

ASILO RESISTE!!!

E gli si va a di’ ni muso!!

e’ arrivato anche il nostro momento! Mentre si avvicinano i 2 anni di occupazione, arriva il puzzo di sgombero marcio. Con la delibera del 3 luglio 2007 infatti l’ex asilo di via bolognese 275 cambia destinazione d’uso e diventa abitativo (  cambio destinazione uso.pdf). Ma non vogliono che siamo noi a viverci! Si profila l’ennesima asta di vendita agli speculatori locali: svendita del patrimonio pubblico per profitto pubblico/privato e costruzione degli ennesimi appartamentini tuttoin50mquadratichesennovivitroppobene.

I tempi sembrano essere molto stretti, noi riteniamo politicamente responsabili di questo sgombero chi persegue politiche di svendita del patrimonio pubblico, di cementizzazione della citta’, di penuria di luoghi di socialita’, di soffocamento delle esperienze di autogestione: il comune, in primis gli assessori alla casa e al patrimonio comunale che stanno facendo i magheggi per questo prossimo inghippo! E che non ci vengano a dire, che non si parino il culo dipingendoci come un problema di ordine pubblico!!

Domenica 11 novembre ci troviamo all’asilo nel pomeriggio, tra un bicchier di vin brule’ e le caldarroste si decide sul da fare!

 

 
cambio destinazione uso.pdf

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Genova 2001, la storia siamo noi!

LA STORIA SIAMO NOI

Un appello alla mobilitazione di tutti per il 17 novembre

"La storia siamo noi" non è uno slogan. E’ un approccio preciso: da un lato la
storia sociale, dall’altro la storia del potere. Chi lo ha cantato in questi
anni lo ha fatto con l’istinto di chi sa di aver vissuto un pezzo importante
della storia, ufficiosa o ufficiale che sia. E lo ha fatto pensando a Genova
2001. Con ogni mezzo necessario.
Dal 21 luglio 2001 in poi la giustizia e la politica hanno cominciato la
revisione della storia che ognuno di noi ha vissuto sulla nostra pelle
: coloro
che si sono ribellati a una certa visione del mondo sono diventati terroristi;
coloro che hanno seminato il panico nelle strade di Genova sono diventati i
paladini dell’ordine e della giustizia.
Per sei lunghi anni tutto questo è serpeggiato nelle aule di tribunale, mentre
la nostra voce collettiva si affievoliva, con un processo di rimozione
collettiva che ha fatto sì che in molti dimenticassero che Genova non è stata
solo il terrore in divisa, ma anche e soprattutto la forza e l’energia di
centinaia di migliaia di persone che almeno per pochi giorni hanno pensato che
il mondo potesse essere diverso da come ce lo hanno sempre raccontato e
rappresentato.
Per sei lunghi anni il teatrino delle corti penali si è sostituito alla presa
di
parola delle persone vive, nella convinzione che verità giuridica e
realtà storica in qualche modo convergessero, nella speranza che in qualche
modo
tutto si sistemasse e non fossero in pochi a pagare la stizzosa vendetta del
potere.
Le requisitorie dei pm Anna Canepa e Andrea Canciani nel processo che vede 25
persone imputate per devastazione e saccheggio
, hanno completato l’operazione
di
revisione della storia che è cominciata il giorno dopo le mobilitazioni contro
il g8 del 2001 e si sono concluse con la richiesta di 225 anni di carcere.
Pensiamo che sia arrivato il momento di prendere di nuovo la parola, di gridare
con forza che gli eventi del luglio 2001 appartengono a tutti noi, di
mobilitarsi in massa e con intelligenza per fare si che 25 persone non paghino
per qualcosa di cui siamo stati protagonisti tutt*
, nessuno escluso.
Vogliamo rilanciare con forza la mobilitazione di massa del 17 novembre a
Genova, e tutte le iniziative tese a riappropriarci della nostra memoria e del
senso di quei giorni lontani sei anni ma ancora vivi in quello che hanno
rappresentato.
Vorremmo che tutti rilanciassero questo appello senza firme, senza identità,
senza se e senza ma, perché Genova non è finita, è ancora qui, oggi, e
riguarda
tutti e tutti se ne devono fare carico, senza esclusioni.

Per cominciare primo appuntamento a Genova: 17 novembre 2007
LA STORIA SIAMO NOI

Supporto Legale

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Verita’ per Aldo Bianzino!


VERITA’ PER ALDO

Il carcere? sicuro da morire!

Aldo Bianzino e la sua compagna Roberta il 12 ottobre sono stati
arrestai con l’accusa di possedere e coltivare alcune piante di
marijuana
. Trasferiti il giorno dopo al carcere di Capanne, sono
separati. Roberta condotta in cella con altre donne, Aldo, in
isolamento. Da quel momento Roberta non vedrà più il suo compagno
lasciato in buone condizioni di salute.
La mattina seguente, domenica 14 ottobre alle 8,15, la polizia
penitenziaria entrata nella cella, trova Aldo agonizzante che poco
dopo muore. Immediatamente la ex moglie, la compagna, i figli e gli
amici si mobilitano per fare chiarezza su questa ingiusta morte
chiedendo verità e giustizia perchè di carcere non si può morire!
Di fatto dopo un goffo tentativo di insabbiamento da parte delle
autorità carcerarie (le prime indiscrezioni sulle cause della sulla
morte si riferivano ad un improbabile infarto) famiglia e amici
vengono a sapere che dall’autopsia risulta che Aldo è stato vittima
di un vero e proprio pestaggio
, il corpo infatti presentava una
frattura alle costole, gravi lesioni al fegato, alla milza e al
cervello.
Aldo Bianzino è morto ormai da più di due settimane.

Il silenzio delle istituzioni e dei rappresentanti della politica,
dei cosiddetti garanti della nostra sicurezza sociale è assordante.
Indaffarati a sperimentare modelli di governance escludenti, a
scagliarsi contro ambulanti, lavavetri, vagabondi, non hanno trovato,
non stanno trovando, non trovano il tempo per superare l’alone di
impunità, per denunciare chi umilia le persone sotto custodia,
infligge sofferenze fisiche e psichiche ai detenuti, uccide.
E’ tempo per noi di prendere posizione, spazio e voce. Di raccontare.
Di mantenere viva la memoria collettiva. Di evitare pericolosi
insabbiamenti e difendere le nostre esistenze e le nostre pratiche
identitarie da abusi, repressioni e pestaggi, "venduti"come atti di
legalità. E’ tempo di disinnescare le "paranoie" securitarie e
arrestare le aggressioni proibizioniste, disattivare le dinamiche di
esclusione e di controllo sui corpi. Di resistere alla
criminalizzazione degli stili di vita, alla violenza
dell’intolleranza, all’esercizio arbitrario dei poteri di repressione
e di controllo, alla manipolazione dell’informazione.

E’ tempo di agire, di porre interrogativi a chiunque desideri verità
e giustizia per Aldo Bianzino, Giuseppe Ales, Federico Aldrovandi,
Alberto Mercuriali. Marcello Lonzi. E’ tempo di reclamare la
scarcerazione immediata dei 5 ragazzi di Spoleto, vittime di una
perversa applicazione del 270bis, strumento di controllo e
intimidazione preventiva utilizzato ormai per sedare qualunque forma
di dissenso.

E’ tempo di costituirci in comitato per la verità su Aldo, di
ottenere verità e giustizia sugli omicidi di stato, di abrogare la
legge Fini-Giovanardi e reclamare la fine di ogni proibizionismo, di
contrastare e opporci ad una società che sempre meno tollera
qualsiasi espressione fuori dalla norma, di farci carico delle sorti
dei processi per il g8 di Genova rispondendo ai pruriti vendicativi
del potere con una manifestazione nazionale che contrasti e
interrompa la costruzione di processi di oblio e rimozione collettiva.

SABATO 10 Novembre Perugia, Piazza Bove ore 15 

Un appuntamento nazionale contro tutte le intolleranze
Perchè un paese intollerante e’ tutto tranne che un paese sicuro!
Perchè per una pianta d’erba in cella non si deve finire!
Perché in carcere non si deve morire!
Verità per Aldo! 

per info e adesioni:

http://veritaperaldo.noblogs.org

 

 

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